In programma, mercoledì 13 Aprile, Marc Chagall con alcuni dei suoi dipinti più significativi splendidamente illustrati da Claudia Petrucci, docente d’arte presso l’Universita’ del Tempo Libero di Verona.
Pittore ammirato che ha lavorato tantissimo nella sua lunga esistenza e le cui opere parlano in modo affascinante della sua vita con l’inevitabile carico di ricordi, spesso drammatici e di emozioni che nei suoi soggetti pittorici diventano simboli surreali legati ai suoi affetti, alla sua cultura religiosa ed alla sua infanzia trascorsa a Vitebsk, cittadina della Lituania, dove era nato nel1887.
Una vita contrassegnata dalla necessità di sfuggire alla persecuzione per le sue origini ebraiche, alla ricerca di luoghi nuovi, che diventano fonte da cui attingere ispirazione per la sua pittura, che via via si libera dei toni cupi e tristi, per acquistare nuove atmosfere con intensità di colore straordinarie. Sempre affiorano i ricordi del passato sublimati dalla nostalgia, ma nuove esperienze di vita, come l’incontro con Bella, che sposa nel 1923, portano nella sua produzione una ventata di gioia e di leggerezza, che hanno il potere di trascinare l’ osservatore in un” mondo alla rovescia” come suggeriva il titolo di una mostra allestita a Verona qualche anno fa.
«Il morto» fu dipinto a San Pietroburgo nel 1908 e si riferisce a un fatto di cui Chagall fu spettatore: una mattina presto egli vide sulla strada una donna che si disperava accanto a un uomo morto
Autentico manifesto della felicità trovata accanto alla moglie, La Passeggiata è espressione di una gioia sconfinata. I due innamorati sono raffigurati durante un piccolo pic nic nelle campagne di Vitebsk
la mano sinistra del pittore con le sette dita dipende probabilmente da una tipica espressione: in yiddish, Mit alle zibn finger (“Con tutte le sette dita”), che sta ad indicare l’energia dell’artista accumulata al termine di un lavoro.
Marc Chagall nonostante abbia lasciato la Russia all’inizio della propria carriera, in tutte le sue opere mostra un legame imprescindibile con la sua terra nativa e i paesaggi che la rappresentano.
Anche nel Io e il villaggio i riferimenti alle campagne russe, ai suoi ricordi del passato riecheggiano limpidi nella tela.
È una visione apocalittica che, nella caduta della creatura celeste su di una umanità senza difese, riassume tutti gli orrori della guerra.
Il dipinto fu eseguito sostanzialmente durante gli anni della guerra; iniziato nel 1923, fu terminato solo nel 1947, mentre l’artista attraversava una fase di totale angoscia a causa dell’invasione della Russia da parte dell’esercito tedesco
Nel dipinto Chagall rappresenta una figura volante, sconosciuta, che potrebbe essere un viandante o un mendicante, volare sopra il cielo nebuloso di Vitebsk, città russa che diede i natali all’autore